venerdì 26 febbraio 2016

Le cellule impazzite del sistema - #iononhoparole

#spazio alla lettura

#merendinaclassica alla prese con le cellule impazzite del sistema

Chi sono le cellule impazzite del sistema?
Cellule impazzite: sono definiti quegli uomini i cui atteggiamenti sfiorano l’orlo della follia, i cui comportamenti sono inspiegabili al genere umano e non si possono ricondurre a nessun trauma pregresso.
A capo di questa ripida piramide, si trova la genesi delle cellule impazzite: l’uomo seduttore, egocentrico, maschilista e trasformista.
Potenzialmente apparirà come l’uomo perfetto, in grado di grandi slanci, entusiasta e simpatico, insomma l’uomo che tutte desidererebbero! Quest’uomo da “mille ed una notte”, sarà sempre impeccabile e all’altezza della situazione, non solo, piacerà a tutti a comprova del fatto che vi convincerete di aver fatto l’affare della vostra vita.
Le cose però non stanno proprio così…

La sua relazione con una donna può esistere solo se rispetta degli schemi mentali che lui solo si è costruito, delle sorte di “regole della relazione” che gli permetteranno di sentirsi bene con se stesso, impedendo così che i suoi sguardi si concentrino altrove.
Vi assicuro che questa è una testimonianza reale!
Le regole: 
1. dovrà, come minimo, dormire una volta a settimana con la propria donna, sentirla vicino a sé, in modo da poter soddisfare i suoi problemi di insicurezza, e per poterle raccontare i suoi affanni e le sue ansie. 
2. mantenere un certo numero di amplessi sessuali che non potranno e non dovranno diminuire né con gli anni né con le stagioni, questa mancanza sarà per lui inaccettabile, 
per cui per reprimere i suoi istinti si vedrà costretto a guardare altrove…
3. la sua ragazza deve essere emancipata, ma non troppo, bella e accattivante, senza grilli per la testa. 
4. deve voler aspirare ad una posizione sociale se non eccellente, piuttosto buona e desiderare una relazione stabile e con futuro (poco importa se poi lui deciderà di dedicarsi a qualche altra donna, nei suoi momenti di debolezza…).
5. deve essere inferiore a lui per livello sociale e culturale: deve racchiudere in sé la leggerezza tipica della stupidità e l’intelligenza della persona colta, senza eccellere. Tutto al fine di lasciar primeggiare l’uomo all’interno della relazione. Quest’ultimo dovrà essere un maestro per lei che la condurrà sulla giusta strada grazie ai suoi insegnamenti.
6. i momenti di crisi non possono e non devono essere contemplati! 




Nel momento in cui il suo schema accuserà un abbassamento di tono, egli si vedrà costretto a ricercare il piacere altrove: conquistare una ragazza, farla sentire la più bella e desiderata, concludere con lei per poi dimenticarla e poter tornare alla sua relazione “ufficiale” che rientrerà nei canoni prestabiliti. Questa relazione beneficerà dell’avventura clandestina e solo grazie ad essa potrà esistere e continuare...
Inoltre quest’uomo non porrà mai fine ad una relazione, mai e poi mai, se non troverà prima qualcosa di migliore con cui sostituirla o, diversamente, se non sarà la donna in questione ad abbandonarlo del tutto.

La sua necessità di conquista gli sarà molto chiara: non riuscirà a stare senza una donna, si definirà, in alcuni momenti di lucidità, un “malato d’amore”, incapace di vivere senza di loro.
Più ardua sarà la conquista e meglio sarà: donne impegnate e donne disinteressate saranno per lui essenza vitale, un obiettivo da raggiungere e colpire per soddisfare la sua voglia di conquiste impossibili, il suo Ego. 
Si creerà dei veri e propri “film mentali” in cui vivrà il momento della conquista e del tradimento. Più la situazione sarà complessa e più sarà appagato nella riuscita dei suoi intenti.

Da questa tipologia di uomo complesso che comunque è consapevole dei propri problemi e che cerca in questo viaggio senza capo né coda di migliorarsi e cambiare, nascono le diverse cellule impazzite!




#merendinaclassica

mercoledì 24 febbraio 2016

HO SPOSATO UNA VEGANA - una storia vera, purtroppo



Mi è caduto un mito!
Sì, forse un filo esagerata come affermazione ma per me che ho sempre adorato Fausto Brizzi sia come regista che come scrittore (andate a rivedere il mio post sui romanzi "Cento giorni di felicità" e "Se mi vuoi bene") la lettura del suo ultimo libro "Ho sposato una vegana" mi ha, come dire...., lasciata senza parole.
Sia chiaro non è un giudizio su come è scritto il libro, anzi in quello Brizzi è sempre fantastico e la sua ironia è dirompente (il sottotilo infatti è: una storia vera, purtroppo), ma quello che mi ha veramente spiazzata è che Brizzi si sia innamorato della protagonista del libro!
Mi spiego.
In questo romanzo Brizzi racconta della sua storia d'amore con l'attuale moglie Claudia Zanella, dal loro primo incontro fino ai primi anni dopo il loro matrimonio, quando scoprono di aspettare una bambina.
La bellissima Claudia (e sul fatto che sia bella non c'è dubbio... forse un filo emaciata ma indubbiamente bella) viene descritta come una tiranna, prepotente, autoritaria, estremista vegana.
Cioè i fanatici vegani della peggior specie.
Tolleranza: MENO DI ZERO!
La famosa frase "l'amore è cieco" o meglio ancora "agli uomini piacciono le rompipalle" direi che riassume in poche parole il succo del libro.
Perchè ragazzi, è vero che ridurre il consumo di carne (nel caso di specie eliminare in toto) giova alla salute ma è anche vero che se la tua fidanzata che abitualmente BRUCA l'erba dal vaso del terrazzo per evitare che tagliandola si disperdano le proprietà nutritive, (cosa che peraltro dovrebbe far svanire nel giro di un click ogni e qualsivoglia libido nei suoi confronti) ti costringe a fare altrettanto e tu ne continui ad essere innamorato, vuol dire che sei come minimo masochista!

La signora Claudia arriva a dire che preferirebbe trovare Fausto a letto con una bionda che sapere che si è "scrofanato" un piatto di spaghetti cacio e pepe! 
Frase, a mio parere, che si commenta da sola...
Capisco le buone intenzioni ed i principi che muovono Claudia ma trovo che gli eccessi ed in questo caso gli estremismi siano SEMPRE sbagliati. Alle cose ci si può arrivare anche per gradi e senza umiliare e tiranneggiare gli altri.

Nel libro Fausto viene sottoposto ad una settimana di digiuno forzato, messo alla gogna quando osa  fare uno sgarro alla dieta erbivora che gli viene imposta dall'oggi al domani, costretto a mettersi una pappetta in testa (ideata da Claudia) per evitare che aumenti il diradamento dei suoi capelli - si perchè Claudia, la profonda e sensibile Caludia, lo ha già avvisato che gli uomini calvi per lei sono inaccettabili - che non solo gli macchia il cuoio capelluto e parte della fronte, costringendolo lontano dal lavoro per un paio di settimane, ma poichè l'intruglio malefico lascia un odore sgradevole di uovo marcio, Fausto viene relegato da Claudia a dormire sul divano.
Come si suol dire: LA VERA ESSENZA DELL'AMORE!
Eppure Brizzi ,non solo  la ama alla follia, ma se la sposa!!! PERCHÉ???
Ma poi, abbiamo la certezza matematica che il regime di vita imposto da Claudia sia quello giusto?
Siamo proprio sicuri che l'uomo sia erbivoro????
Io qualche riserva ce l'ho, per quanto  sia convinta che il consumo di carne debba essere drasticamente ridotto. 
L'apice del libro si raggiunge quando Claudia scopre di essere incinta ed il suo primo pensiero è trovare una pediatra vegana! La bimba, il cui nome verrà ovviamente scelto solo da Claudia, sarà cresciuta a erba, cereali, latte di soia e al massimo del pesce azzurro ogni tanto e, inutile dirlo, sarà allattata da Claudia fino ai 18 mesi...
Credetemi, io che sono mamma e amo incondizionatamente mia figlia e che trovo che il rapporto esistente tra una mamma ed il proprio bambino nel primo anno di vita sia unico e viscerale, posso dire con serenità che un bambino che già cammina, anzi che corre (a 18 mesi corrono), parla, ha i denti, gioca a palla e che però si attacca al seno della mamma per fare merenda, qualche problemino a livello psicologico ce l'avrà.
Va bhe, ma questa è psicologia spicciola. Lasciamo che sia la pediatra vegana a valutare...
Infine, un pensiero su tutti: "ma un'infanzia intera SENZA NUTELLA, non è un crimine???"
Pensaci caro Fausto...   

venerdì 19 febbraio 2016

L’incidenza dei cicli lunari - #iononhoparole

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#merendinaclassica alla prese con l’incidenza dei cicli lunari 

Il momento peggiore sia per una relazione che per un corteggiamento è l’arrivo dell’incidenza del ciclo lunare dove noi donne, ammettiamolo, ci trasformiamo radicalmente diventando un concentrato di rabbia, frustrazione e perché no, a volte, di pianti.

Qualsiasi cosa sia andata storta in questo periodo del mese ritornerà a tutti gli effetti, saremo come l’ubriaco con la sbornia triste, solo che non durerà una notte.
Molto spesso, soprattutto se all’inizio della relazione, è meglio darsi per assenti in questo periodo, al fine di salvaguardare quanto creato in tempi non sospetti.
Perché è pur vero che a volte, prendiamone atto, l’uomo vorrà dimostrarsi galante e gentile, ma noi fraintenderemo tutto in preda ai più deliranti ormoni.

In queste occasioni il panico che assalirà il soggetto maschile sarà totale. 
Egli è abituato a relazionarsi con una persona più o meno stabile che fa determinati ragionamenti, ma ecco che da un giorno all’altro ci sarà un cambio d’identità! Naturalmente quest’ultimo si troverà incapace di gestire una tale situazione e a volte, erroneamente, accadrà che prenda in giro la donna per il suo eccessivo comportamento. 
Insomma, in questi casi all’uomo converrebbe chiudersi in un silenzio manifesto, assecondare la donna in ogni sua necessità, come dire: stare ai margini ed evitare di farsi notare. 
Tuttavia, seppure solitamente il soggetto maschile non provi piacere nel discutere ed affrontare temi troppo impegnativi, ecco che nel periodo dell’incidenza lunare femminile, il suo Ego lo invoglierà a indagare e parlare, a voler fare e aiutare. Tutto ciò sarà un grave errore: la donna non solo non apprezzerà, ma si accorgerà di questo repentino cambiamento che non leggerà in senso positivo, tutt’altro…
In questi momenti, la soluzione migliore è la solitudine.
Del resto possiamo sempre addurre dalla nostra parte Madre Natura.

In sintesi possiamo porre la questione su un senso poetico e “metafisico”: la nostra variabilità è data dall’incidenza della luna nella nostra vita, nessuno può comprendere questo oltre a noi. 
Ridurre tutto all’isteria è una soluzione semplicistica adottata dall’uomo che, giustamente, vedendo il mondo in bianco e nero, non può comprendere cosa realmente accada.
In quei periodi noi diventiamo la variabilità, siamo bombardate da stati d’animo differenti e anche la miglior “donna emancipata” soccomberà a questo stato fisico e mentale. 
Può capitare che aprendo il frigorifero ci cada qualcosa, poiché, si sa, diventiamo anche maldestre, e questo provochi in noi un pianto senza sosta. 
C’è chi si rifugia nei dolci e chi in film romantici, insomma diventiamo l’opposto di quel che siamo.

Se infatti l’uomo già ritiene la donna strana e incomprensibile di per sé, immaginate sotto l’influenza lunare! Sarà una situazione incomprensibile, una mina con la miccia sempre accesa pronta a scoppiare quando meno se lo si aspetta.
Il terrore che coglie l’uomo in questi periodi viene ricondotto ad uno stato di confusione e incapacità d’azione: ogni passo falso potrebbe innescare la bomba
La cosa peggiore che possa capitare è che in una scena di isteria acuta, l’uomo ti guardi come un cucciolo di San Bernardo e nel silenzio totale asserisca: Sei in quel periodo, vero?”. Ecco chiedere alla donna, anzi renderle manifesto il suo stato fisico, decisamente farà scoppiare la miccia

Se la donna può essere giustificata dall’incidenza del ciclo lunare, questo non può accadere per l’uomo.
C’è una categoria di uomini che può essere definita come uomo mestruato
Chi sono? ne parleremo molto presto...

#merendinaclassica

venerdì 12 febbraio 2016

Tutto è relativo! - #iononhoparole

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#merendinaclassica alla prese con... la relatività

Vorrei soffermarmi su questo concetto: la relatività è davvero qualcosa al di fuori dal nostro controllo, perché di fatto quello che possiamo credere non è detto che sia condiviso con gli altri, con il nostro uomo in particolare. 

È un po’ come i gusti per il cibo, c’è chi assaggiando un piatto lo definisce insipido e chi troppo speziato, eppure il piatto è il medesimo…
Per un rapporto di coppia, la situazione è la stessa.

A mio parere la questione si può riassumere così: l’uomo vede in bianco e nero, la donna in scala di grigi.
Per l’uomo le sfumature non esistono, sono una perdita di tempo, una cosa ridicola inventata da noi donne.


Se una relazione inizierà a diventare complicata e seminata da litigi, l’uomo, il più delle volte, sceglierà di rinunciarci; non vi sarà altra soluzione che abbandonare qualcosa di bello che ormai non lo è più. Naturalmente, l’idea di discutere e affrontare il problema sarà qualcosa che non verrà neanche presa in considerazione. Tuttavia una volta discusso, si noterà che la difficoltà che sembrava insormontabile e tale da dover abbandonare ogni cosa, altro non sarà che una diversità di pensiero e malintesi, qualche compromesso et voilà tutto si aggiusterà.
A riprova del fatto di come tutto sia relativo: non si può avere la sicurezza delle azioni altrui né che non vi sia una via d’uscita, le cose si sistemano sempre perché le sfumature esistono, basta essere in grado di percepirle ed adattarle a noi.

Tuttavia, la relatività non risparmia, naturalmente, neanche le donne.
Ammettiamo che a volte siamo davvero troppo sicure di ciò che diciamo, di quello che pensiamo anche in relazione all’uomo. 
A volte siamo certe che il nostro uomo stia pensando una determinata cosa e non vogliamo ammettere che, in realtà, ci stiamo sbagliando.
Quindi speroniamo la nostra causa, litighiamo per mantenere viva la nostra idea, a chi ci contraddice rispondiamo a tono, non contempliamo un’opinione diversa dalla nostra. 
Accade che a volte non solo la relatività, ma anche la realtà ci metta a conoscenza dell’erroneità della nostra opinione e che tutto ciò ci venga svelato dall’uomo che porta con sé prove schiaccianti della sua ragione.

Le linee da seguire saranno due: ammettere che abbiamo sbagliato o proseguire imperterrite.
Potremmo, ad onor del vero, asserire che la scelta sarà sempre la seconda. 

Nessuna di noi ammetterà così facilmente di essere stata tratta in inganno, perché ciò significherebbe assistere all’esaltazione dell’uomo che, per una volta nella vita, potrebbe togliersi la soddisfazione di dirvi quelle tre parole che si sente ripetere sempre: “Te l’avevo detto”.
Quindi vagliata la seconda ipotesi, la donna procederà nel sostenere la sua idea, nonostante la consapevolezza dell’erroneità, articolerà frasi senza senso, senza abbandonare così il campo, provando almeno a lottare. 

Cosciente del fatto che l’uomo dopo poco non potrà più ascoltare le mille parole dette al secondo che, naturalmente verranno pronunciate sempre più veloci per creare confusione, la donna auspicherà che quest’ultimo abbandoni l’impresa, sopraffatto da più discorsi e dal tono di voce femminile che gli sarà ormai entrato in ogni angolo della mente.

In conclusione può accadere che l’uomo, sapendo comunque di aver ragione, bombardato da parole e discorsi al secondo, traballi nelle sue certezze e come sempre ci dia ragione, per sfinimento. 
Può però succedere che egli, consapevole di cosa va incontro, decida di sostenere la battaglia e rimanere concentrato su l’obiettivo finale: Il “te l’avevo detto”. 
In tal caso, donne, potrebbe accadere l’inevitabile, potreste perdere e ammettere di non avere ragione. 

Una volta ammesso l’errore, per uscirne con classe, suggerirei di mettere al corrente l’uomo che non è colpa vostra, ma che siete sotto l’influenza del ciclo lunare e visto che loro non possono neanche capire cosa significhi, ci lascino vagheggiare e la smettano di ripetere che hanno ragione, perché abbiamo mal di testa.














#merendinaclassica

venerdì 5 febbraio 2016

L’iniziativa che…uccide - #iononhoparole

#spazio alla lettura

#merendinaclassica alla prese con l'iniziativa che... uccide

Ebbene sì, siamo in un secolo di emancipazione, il femminismo ormai è dato per certo, le donne sono sempre più intraprendenti e in carriera, piene d’iniziativa, forse troppa.
È la troppa iniziativa che uccide la nascita di una relazione! Deve essere l’uomo a fare la prima mossa, lui a corteggiare e pensare d’avere in mano la situazione, anche se magari, nella realtà dei fatti, non è così!
Diciamolo, per pur semplice, l’uomo comunque ha bisogno delle sue sicurezze e se a noi le favole ci hanno fatto credere al principe azzurro, viceversa il loro emblema è sempre stato il guerriero, colui che porta in salvo la fanciulla e decide della sua sorte. 
Ecco cosa è rimasto all’uomo della favola, ecco cosa credono che sia fondamentale: la conquista!


L’eccessiva intraprendenza femminile rischia seriamente di spaventare l’uomo e aggrava la nostra situazione?

Molto spesso la donna si trova soggetta alla poca cavalleria maschile, ne esiste ancora qualcuno, ma i più non si fermano certo ad aprirti la porta o ad aiutarti con la spesa: Quante volte convinte che un uomo ci lasci il passo, abbiamo ricevuto una porta sul viso? Io differenti...

Quindi la donna si è abituata a fare tutto da sé, autogestirsi in ogni cosa e forse accade, senza accorgersi, che sia lei ad aprire la porta all’uomo con lo stupore di quest’ultimo che, inevitabilmente, la definirà “troppo emancipata”.


La donna “troppo emancipata”.  
Una donna in carriera che sa farsi valere che ha sempre la risposta pronta, non si fa offendere e conosce il potere della sua femminilità che sa sapientemente usare in momenti di necessità. 

Ebbene sì, siamo il sesso debole, lunatico e procreatore, fateci almeno utilizzare tutto ciò per trarne vantaggio: il nostro fascino è un’arma? Sì e non vedo dove sia il problema, anzi bisogna sfruttarlo e goderselo!

La donna “troppo emancipata”, nella visione maschile, è una donna arrogante, superba che non chiede mai aiuto e anzi quando lo chiede, perché l’uomo dovrebbe aiutarla? “Hai voluto la parità dei sessi?”. Quante, ma quante volte sento questa frase e, sinceramente, non vale nemmeno la pena di rispondere…

Ad ogni modo, la nostra emancipazione non ci deve essere d’ostacolo, per cui a volte mostrarci per quello che siamo realmente, sensibili e incerte, aiuta sia per la relazione di coppia che per il resto. 

Nessuno ci vieta fin dal primo appuntamento di manifestare all’uomo in questione la nostra disponibilità, ma purtroppo questa potrebbe essere fraintesa. Perché se per noi questo vuol dire: “Ti mostro che non ho problemi ad approcciarmi al sesso come fai tu”, per l’uomo significherà: “Mi concedo, perché non voglio instaurare un legame”. Il che a volte può essere vero, ma altre forse no e del resto a nessuno è dato saperlo, finché non si prova. 

Con questo atteggiamento al primo appuntamento noi estinguiamo nell’uomo il desiderio di conquista, perché tutto è stato troppo semplice e quindi non c’è più gusto a continuare.
Contrariamente, se appunto, rendiamo la conquista divertente e ricca di ostacoli, l’uomo s’addentrerà nella situazione e cercherà di mostrare il suo coraggio e devozione alla battaglia.

In questo potrebbe accadere, che quest’ultimo decida che uno sforzo così elevato, necessiti almeno di un iniziale impegno, di proseguire qualcosa dopo la conquista.
Ovviamente, siamo sempre nel campo delle probabilità, ci sono tante cose che potrebbero accadere: il disinteressamento alla battaglia come la finale conquista che però non porterà al desiderio di proseguire le cose.
Tutto è relativo.

#merendinaclassica

mercoledì 3 febbraio 2016

Se " Te lo dico sottovoce " fosse un film...

Come avevo anticipato nell'ultimo post, quando ho letto 
Te lo dico sottovoce di Lucrezia Scali, ho pensato che fosse una storia perfetta per farne un film!
Ho subito iniziato ad immaginare a quali attori avrei affidato i vari ruoli. 
Mi sono concentrata sugli attori italiani e il cast del mio film lo vorrei così:

MIA: Isabella Ragonese
FIAMMA: Carolina Crescentini
ALBERTO: Alessandro Preziosi
DIEGO: Luca Argentero
ANTONIO: Giampaolo Morelli
MADRE DI MIA: Anna Galiena
PADRE DI MIA: Giancarlo Giannini
SORELLA DI MIA: Cristiana Capotondi


A mio modesto parere questo cast è perfetto!


A questo punto inviterei i nostri lettori a dire la loro.
Condividete le mie scelte? Sostituireste qualcuno dei miei attori?
Dai scatenate la fantasia e SPAZIO ALLE IDEE!!

#merendinasostanziosa









lunedì 1 febbraio 2016

Il mio matrimonio dell’anno

Ebbene sì, arrivati i 30 anni da pochi mesi, arrivano subito le prime responsabilità. 
Un'AMICA molto speciale, compagna di università, di viaggi, di risate e di serate, mi ha comunicato che SI SPOSA!
E che soprattutto…sarò la sua TESTIMONE!


Io felicissima ed euforica per lei e ovviamente per questo mio nuovo “ruolo”! Sarò pronta ad ascoltarla, a consigliarla e ad aiutarla tra fiori, decorazioni, partecipazioni e, soprattutto, preparativi per la festa! ;)
E poi, passato il momento iniziale di sorpresa, iniziano a girarmi per la testa tutti i pensieri del caso.

Primo fra tutti, lo ammetto, il VESTITO
Vi anticipo che il matrimonio sarà a fine luglio e in un piccolo paese del centro-sud! Vi lascio immaginare il CALDO, e non solo! 
Iniziano così le prime ricerche sul web e le prime whatsappate alla mamy che subito mi consiglia posti sconosciuti dove andare a vedere il fatidico vestito! MAH!
Intanto, per non arrivare impreparata al grande appuntamento, ho già iniziato la DIETA! Perché meglio partire avvantaggiati con qualche chilo in meno già dai primi di febbraio!

La CERIMONIA, altro piccolo particolare… il matrimonio sarà di DOMENICA, io arriverò presumibilmente il VENERDÌ e già mi vedo catapultata in visite a parenti e amici, accompagnate da caffè e dolcino (ecco perché meglio sacrificarsi ora) e incontri ufficiali e ufficiosi con parenti stretti, parenti acquisiti da ogni parte d'Europa, amici e testimoni del fortunato SPOSO. Considerate solo che io sono di Milano, figlia unica e i miei parenti si contano davvero sulle dita di una mano! E poi, la SERENATA, questa sconosciuta!

E non parliamo del REGALO, che ovviamente dovrà essere all’altezza del “ruolo”, delle VACANZE, perché ora il quesito è: “ci attacco le due centrali di agosto o torno a Milano e parto dopo?”

E, ultimo, ma non ultimo (ANZI…) le TESTIMONI hanno l’onore  di organizzare 
l’ADDIO AL NUBILATO! Il che è bellissimo, ma vi immaginate organizzarlo quando la sposa vive a TORINO, ma lei e tutte le amiche/parenti sono ABRUZZESI e le due testimoni sono una di MILANO (io) e l’altra di BRINDISI?! 



Vi prego…esperte ed esperti in matrimoni….AIUTATEMI!!! 

#merendinagenerosa